lunedì 6 ottobre 2014

Dillo alla luna...



Affascinante e misteriosa la luna. 
Faccio fatica a immaginare che oltre quarant'anni fa degli uomini con un candido scafandro, abbiano mosso i loro passi leggeri sul suo suolo, come su un qualsiasi pezzo di terra di questo nostro ormai agonizzante pianeta.
La luna per me continua ad avere un alone di magia e interrogativi, troppo vicina per essere sognata e troppo distante per essere vissuta.
Fedele, ruota da milioni di anni intorno alla terra, esercitando una perenne attrazione e permettendo fenomeni naturali come le maree, l'erosione delle terre, l'esito delle semine e della vita agreste dell'uomo.
Scandisce il ritmo del tempo, accompagnando l'alternarsi dei mesi e delle stagioni.
È specchio di una luce non sua, perché non emette una luce propria ma riesce a riflettere quella ricevuta dall'egocentrico sole, mostrandosi a noi con quel suo volto sobrio e ben incipriato.

Da sempre è stata avvicinata al mondo femminile o forse, è il nostro mondo di donne che è stato avvicinato a lei e alle sue leggi, perché insieme condividiamo la ciclicità, l'alternanza, la mutevolezza... ci dicono spesso che siamo 'lunatiche' e io, che all'inizio mi difendevo un po', col tempo, ho imparato a prenderlo come un bellissimo complimento.
Di fronte alla luna piena provo sempre un senso interiore di completezza e appagamento, perché rappresenta il compimento, la perfezione, l'emanazione di un'energia che sembra bastare a se stessa.
Ma se fosse sempre così, sarebbe lo stesso? Credo di no.
Una luna sempre uguale a se stessa, rotonda, immobile, piena, porterebbe inevitabilmente a un disagio sottile, quello che ci coglie quando tutto intorno a noi è fisso e immutabile, stagnante.
La “lunaticità”, la tendenza a mutare, trasformarsi, è qualcosa di imprescindibile dalla natura delle cose e anche in quella umana: noi donne ne siamo maggiormente chiamate in causa perché il nostro corpo testimonia questi passaggi inevitabili con il ciclo mestruale, la maternità, e, perché no, con l'umore ballerino.
Il ventre di ogni donna prende le sembianze della luna quando è abitato da un bambino, ma anche nella sua funzionalità mensile perpetua ripercorre le fasi della sorella in cielo: produzione, crescita, maturazione, espulsione, rinnovamento.

Fior di scienziati si sprecano a ricordarci che molti di questi aspetti sono 'casuali': è un caso che il ciclo femminile abbia la stessa durata di un ciclo lunare, è un caso che i bambini nascano di più in certe fasi di luna, è pure un caso che si riscontrino corrispondenze fra la vita vegetale e il lunario.
Ma io dico: che ce ne importa? Perché è sempre necessario seguire e incasellare tutto secondo la logica analitica e sequenziale del metodo scientifico?
Seguire la luna è anche questo: ricorrere all'intuito, all'interiorità, la sensibilità e sensitività che ci guida in territori inesplorati e per questo creativi e portatori di nuove energie.

Lilith ci accompagna. È la luna nera, il momento brevissimo (luna nuova) in cui rimane in linea con il sole e scompare ai nostri occhi.
Lilith rappresenta un'opportunità. È il momento più idoneo per cambiare, per eliminare il vecchio e far posto al nuovo, rigenerarsi ed evolvere.
Forse è per questo che spaventa un po'.
Poi arriva la fase crescente: si possono mettere le basi per nuovi progetti, investire energie ed essere dinamici.
La luna piena, come vi ho detto rappresenta il culmine delle potenzialità e della realizzazione, ma porta con sé anche il necessario messaggio che qualcosa sta per invertire di rotta.
Ed ecco che subentra la fase calante: momento di rielaborazione e riflessione, sintesi e bilanci.
E via di nuovo si riparte, con nuovo slancio ma anche con la consapevolezza che se qualcosa è sfuggito lo si può riacchiappare, ancora un altro giro di giostra ci è permesso.
Ma la saggezza della luna alla fine ce la portiamo dentro, anche quando, mature e assennate, la natura ci priva della ciclicità che ci è appartenuta per decenni.
Momento difficile da accettare per alcune, per altre la fine di un incubo, per altre ancora semplicemente un nuovo inizio.
È vero, perdiamo la possibilità biologica di creare ma resta intatta e anzi, credo si potenzi, quella inconscia e immaginifica di ricrearsi, di donare senso alla realtà e alla propria natura argentea e recettiva.

Non smettete mai di dare possibilità al rinnovamento che vi appartiene.

Un invito per tutte: “se c'è qualcosa che non ti va... dillo alla luna... può darsi che porti fortuna...” (da V. Rossi, 1988).



Virginia Cioni 
psicologa, psicoterapeuta
Sportello "Donna Nuova"
articolo già pubblicato sul blog donneincontatto qui 

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