mercoledì 28 gennaio 2015

Per ogni donna, due etti di solitudine al giorno grazie...

Vi suonerà un po' strano il titolo perché di solito non pensiamo alla solitudine come l'occasione per ritrovare il nostro equilibrio.
Quando si parla di star soli spesso lo si associa ad un ritiro forzato,
ad un "grosso boccone da dover mandare giù" e a cui doversi adattare.
Fin da piccoli ci viene detto, come fosse una minaccia:
"guarda che se continui così rimarrai da solo,
senza amici e nessuno vorrà giocare con te"
"chi non ascolta fila dritto in ultimo banco o fuori dalla porta da solo"
...
Provate a riflettere quante ve ne vengono in mente?
Siamo così abituati ad occupare ogni spazio libero della giornata spinti dal "dovere" o dalla colpa che ci assalgono se non portiamo a termine la nostra staffetta quotidiana.
Ordine del giorno? 
Risponde ad un comandamento:
porta a termine tutto ciò che ti sei prefissata,
"non sgarrare" altrimenti poi il capo, la famiglia,... penseranno che "potevi anche farcela" ad accontentarli.
Seguiamo così la logica di soddisfare gli altri, pensando che la nostra stima dipenda da quanto riusciremo in questa impresa (che ci sembra anche possibile! ??)

Ma i vostri bisogni dove si sono nascosti?
Combaciano con quelli delle altre persone?
Vogliamo diventare quello che loro si aspettano da noi?

Questo è il circolo vizioso che ci porta ben distanti da noi stesse e che ci fa sentire in colpa se ogni tanto pensiamo a quello che veramente fa star bene noi.
In questo senso vorrei elogiare la solitudine, 
come momento in cui guardi dentro di te
abbandonando i doveri che ti senti nei confronti degli altri 
ed abbracciando un po' quella donna che ha bisogno di venir esaltata senza bisogno di nessun altro
se non di te stessa.
Che sia un elogio all'egoismo in questo senso.

Ascolto spesso nel mio studio storie di donne che non si permettono nemmeno nella fantasia di sfiorare i loro desideri perché si fanno travolgere dai giudizi e dalle vergogne...
donne che pensano di valere soltanto accontentando tutti e che si trovano costantemente insoddisfatte perché alla fine non riescono a farlo...
alle domande sulle loro passioni e su ciò che le fa sentire vive danno risposte in cui loro stesse sono in secondo piano o che addirittura non ci sono proprio.
Questo è il senso dell'elogiare la solitudine di tutte quelle donne che finalmente possono ritrovare da sole il piacere di fare quello che desiderano.
 Donne che possono "permettersi" di ritagliare del tempo per loro stesse, abbassando il senso di colpa che sussurra: "non dovresti! Cosa penserebbero ora gli altri di te?".
Vi lascio con queste immagini... e queste domande...

se prendo del tempo per me come mi sento?
Se penso di accontentare me (e non gli altri) che cosa desidero fare?
Prendete una piccola agenda o un quaderno e date un nome ai vostri desideri...
dare un nome porta alla consapevolezza dei vostri bisogni ormai dimenticati. 
 
Buona settimana
Barbara



2 commenti:

  1. Star da soli con me mi ricarica! Ci voleva un blog cosi
    Grazie e continua a scrivere ti prego:-)

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