martedì 9 dicembre 2014

In ognuna di noi c'è un'Altra Donna che non ri-conosciamo.

Ultimamente tra i libri che ho scelto di leggere c'è:
"Avrò cura di te" (di C. Gamberale e M. Gramellini).
Questo romanzo ci parla della storia di Gioconda, lasciata dal suo grande amore Leonardo, che si trova smarrita ed inquieta a vivere nella casa dei suoi nonni, morti a distanza di poco, simbolo per lei dell' "amore perfetto e duraturo per sempre".
In questo momento di perdita, la donna trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all'angelo custode (chiamato Filemone) per ringraziarlo e lei, colta dallo sconforto, inizia a scrivere proprio a questo angelo che le risponde con una promessa: 
di aver cura di lei in questo distacco che sta vivendo.
Non sono stata attratta dalla tematica religiosa dell'angelo custode ma subito, dalla lettura delle prime pagine, ne ho dato un senso diverso..
come se Filemone, il presunto angelo, non fosse altro che una parte della stessa protagonista..
la parte che si risveglia dopo un letargo di abitudini..
la parte della Consapevolezza che rinasce dentro di lei in seguito alla rottura con il marito.

Non è facile scegliere di prendere questa strada:
qui non c'è più traccia della quotidianeità rassicurante (ed illusoria)
ma si affaccia davanti a noi un punto di vista più profondo che può anche far male inizialmente..
Affacciarsi al nostro mondo interno può spaventarci proprio perché quotidianamente evitiamo una serie di emozioni insopportabili alle quali fa da capo la PAURA.
La paura ha molte sfumature, ognuna acceca gli occhi del nostro istinto creativo
che vorrebbe uscire dai fantasmi delle relazioni passate..
Passiamo la vita ad evitare di prendere determinate scelte con la paura che se lo facciamo ci accadrà immediatamente qualcosa di ingestibile..

Quanto affollano le vostre giornate queste "non scelte" dominate dalla paura?
Il timore di prendere certe decisioni per la paura di
restare sole?
Di non trovare più nessuno che vi dia quell'affetto?
Di essere considerate troppo precipitose, severe, rigide?
O al contrario di esser viste come egoiste e poco disponibili se decidete di pensare un po' più a voi stesse?
Lo psicoterapeuta Alexander Lowen ha scritto molto su tutto ciò,
dedicandovi un libro che si chiama proprio "Paura di Vivere":

"L'uomo ha paura di aprire il proprio cuore all'amore,
paura di scoprirsi o di farsi valere,
paura di essere pienamente sé stesso.
Aprendo il proprio cuore all'amore si diventa vulnerabili alle ferite;
scoprendosi, ci si espone al rifiuto;
facendosi valere, si rischia di essere distrutti.
Essere più vivi ed avere più sentimenti fa paura."

Questa ricerca della Consapevolezza interna è uno degli obiettivi del lavoro che faccio in studio, dove accompagno la persona ad esplorare le paure che assorbono le energie di tutti i giorni e che bloccano la vera ricerca del significato delle relazioni che stringiamo e del modo che abbiamo di guardare-vivere la vita.
"Avrò cura di te" è la voce interiore di ognuno di Noi quando entriamo in terapia, 
dalla prima chiamata al terapeuta.. 
è la parte che ci spinge alla curiosità del nostro agire e sentire..
che vuole andare oltre al terrore che si crea in noi davanti a ciò che è "nuovo" ed inesplorato..
è la spinta ad esplorare le parti di noi che non conosciamo ma che prima o poi irrompono nella nostra vita come fulmini a ciel sereno:
in una relazione che finisce,
in un sintomo fisico che tanto ci allarma,
in un senso di insoddisfazione che fa percepire tutto così tremendamente uguale e noioso ogni giorno..
Come afferma Lowen:
"Certamente non siamo venuti al mondo spaventati dal sentire.."
"Ogni cosa che hai sempre desiderato 
è nel lato opposto della tua paura"

Buona settimana Donne Nuove,
Barbara


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