giovedì 9 aprile 2015

Metti a tacere il tuo critico interiore! ...Con gentilezza...

Chi di noi non ha dentro di sé un'aspro critico interiore?
Quella sottile ma chiara voce che viene puntualmente a trovarci quando facciamo qualcosa di nuovo?
O quando ci stiamo impegnando in un progetto importante?

Spesso questa parte di noi ha delle aspettative altissime su quello che "dovremmo fare" e si ciba di perfezionismo, che naturalmente non riusciremo mai ad ottenere...
Non solo! Ci porta a pensare di essere soddisfatte di noi stesse solo se dimostreremo la perfezione in ogni ambito della nostra vita: dobbiamo essere impeccabili.
Quindi il mattino appena svegli avremmo già una precisa lista delle cose da fare assolutamente entro la mattinata, entro il pomeriggio ed entro sera ( e perché no, magari anche di notte nei nostri sogni?).
Questa severa programmazione degli impegni quotidiani potrebbe sembrare una lista della spesa per l'intero paese in cui viviamo e quindi a fine giornata non sarà mai portata a termine... e qui arriva puntuale la voce del nostro critico interiore:

"ecco vedi anche oggi non sono riuscita a concludere nulla,
tutte le mie colleghe ci riescono senza uno straccio di fatica
mentre io sono sempre indietro rispetto a loro."

Questi pensieri ci possono accompagnare anche fino agli ultimi istanti prima di addormentarci... oltre a farci mente locale sulla "programmazione" del giorno successivo scandendo bene orari, impegni ed incrociando il tutto... (e poi ci domandiamo come mai non riusciamo a prendere sonno?)
La nostra parte critica fatica a cimentarsi in qualcosa di nuovo perché sente che aumenterebbe il margine di rischio delle probabilità di fallire: agisce infatti come un'abile statista, approssimando le possibilità di successo e di fallimento. 
Quando compiamo un errore arriva di soprassalto una visione catastrofica che ci paralizza e ci ripetiamo di continuo: 

                        "ma come ho fatto? E che figura ho fatto davanti a tutti? Penseranno sicuramente che sono una fallita e rideranno di me..."

Le aspettative della nostra voce perfezionista sono così alte da essere irrealistiche.
Dovremmo avere il carisma e la grinta di Sarah Jessica Parker in "Sex and the City", la cura impeccabile della nostra casa di Bree nel telefilm "Desperate Housewives", la determinazione ed il coraggio sul posto di lavoro dell' assistente Anne Hathaway nel film " Il diavolo veste Prada" e non in ultimo... la forma fisica delle modelle brasiliane che sfilano nelle passerelle di intimo!
Se questi obiettivi non saranno raggiunti, non ci sentiremo mai abbastanza soddisfatte e continueremo disperatamente a ricercare di avvicinarci al nostro "ideale di donna che dovremmo essere".
Questa ricerca svaluta i nostri sforzi e cancella le possibilità creative che fioriscono da ciò che è inatteso o spontaneo.
Sminuiamo la nostra creatività soprattutto paragonandoci alle altre persone. E troveremo sempre chi scrive meglio, intrattiene i colleghi con più energia alle riunioni o presenta idee più utili.
Quindi la nostra parte "perfettina" ci condanna ad un principio del "tutto o niente" e di solito ci ritroviamo sempre sul versante del "nessun risultato raggiunto" o "raggiunto ma... non come immaginavamo".
Questa logica ci porta ad allontanarci da tutto ciò che potremmo essere o diventare, ritrovandoci sempre a fare i conti ed a castigarci per i fallimenti. 
Inoltre anche se raggiungiamo un obiettivo, siamo già travolte da tutti quelli che non abbiamo ancora raggiunto e non assaporiamo il godimento per il traguardo della giornata. 
La donna critica che vive dentro di noi non sopporta le nostre fragilità e le calpesta spingendoci a ricercare ideali irraggiungibili con un unico esito: non essere mai abbastanza.
Assicurati che il tuo peggior nemico non viva tra le tue orecchie.
Spazio per i pensieri negativi: 
cosa sta dicendo il tuo critico interiore?
"labbra piccole, noiosa, perdente, grassa,..."

Diviene quindi fondamentale prendere consapevolezza di questa nostra voce "saccente e mai contenta" e del peso che provoca nelle nostre vite.
Questo primo passo potrà portarci a lavorare su questa parte di noi ed anche qui c'è una regola fondamentale: distruggere questo critico interiore senza comprendere le ragioni della sua esistenza porterà ad un fallimento certo. Non a caso nel titolo di questo post ho richiamato la gentilezza come arma per poter mettere a tacere il nostro "sabotatore" ingrato.
Dato che si tratta sempre di una parte di noi, dobbiamo avvicinarla con rispetto.

Questa voce perfezionista ha sicuramente i suoi svantaggi ma porta con sé anche la sua utilità.
L'origine di questo "pezzettino" di noi stesse risiede nella nostra storia di vita e probabilmente sarà nato come compromesso a terribili paure di bambine.
Se prendiamo consapevolezza del peso del nostro perfezionismo interno e scegliamo di intraprendere un percorso di terapia personale sarà importante conoscere questo aspetto di noi stesse.
Nel percorso di conoscenza potremmo dare un nome a questa voce, immaginare le situazioni in cui interviene ed ascoltare che tipo di voce ha il nostro critico interno.
Potremmo ritrovarci davanti ad un "vecchio saputello" che sentenzia ogni nostro errore con pene di umiliazione che però è nato per proteggersi dal rifiuto che i nostri genitori avevano quando non eravamo "la figlia obbediente e brava".
Conoscere questo "vecchio saputello" o "la donna arida" che risiede dentro di voi, libererà la vostra anima creativa e permetterà di potervi sperimentare senza condanne al primo sbaglio.
In questo viaggio creativo le donne comprendono l'origine di tutto ciò e familiarizzano con le parti fragili, percependole non più come difetti ma come parti indispensabili di sé per ritrovare l'equilibrio interno.
Avere infatti una voce che detta perfezionismo dentro di noi, pone un grosso sbilanciamento tra ciò che dobbiamo essere a tutti i costi e ciò che in realtà siamo.
Riportare questa "bilancia psichica" in equilibrio significa proprio riuscire ad integrare le nostre fragilità con il nostro desiderio di perfezione. In questa unione in cui tollereremo finalmente gli aspetti che prima non sopportavamo di noi stesse, la voce critica si calmerà per dare spazio ad altri modi creativi di sperimentare le nostre giornate.
 Trasforma la critica in creatività.
Metti a tacere il tuo critico interiore.

Perciò iniziate a prendere conoscenza del vostro aspetto giudicante, che spesso incastra la vostra voglia di progettare e che impedisce di sentirvi soddisfatte...
come vi fa sentire questo continuo giudizio su ciò che fate?
Contate più successi o fallimenti nella giornata?
E gli errori che fate... quanto logorano i vostri pensieri?


In fondo è proprio nella nostra natura selvaggia essere imperfette.
Il viaggio coraggioso che possiamo intraprendere
consiste nel riuscire ad accettare le nostre imperfezioni
per poi ridarne un significato diverso.
Le nostre fragilità diverranno le parti di noi che prima cercavamo disperatamente negli altri.

Buona settimana donne nuove!
Barbara



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