martedì 25 novembre 2014

DONNE A PEZZI? ..L'arte di ri-metterli insieme..

Donna Nuova questa settimana parte dalla Giornata Contro la Violenza sulle Donne..

Ho associato a questa giornata, l'immagine che ci dipinge quando “mettiamo insieme i nostri Pezzi”: spesso costrette, raramente lo facciamo di punto in bianco..
Fare questo significa rivedere le parti di noi che non apprezziamo, che giudichiamo "poco serie, poco comprensibili, inaccettabili.." o che consideriamo deboli da mascherare in primis a noi stesse.
Ma tutto ciò ha un sapore di ri-nascita..
perché l'arte di rimettere insieme le nostre parti è l'unica arma che possiamo sfoderare per poter crescere e superare le crisi interiori che ci colgono impreparate.


Per questa giornata ho scelto una delle pagine di un libro che sto leggendo, pensando al momento in cui le donne decidono di smettere di subire ogni tipo di violenza non solo con il partner ma in generale nei rapporti più cari..
Che sia un augurio Donne Nuove per smettere di stare zitte, di pazientare, di illuderci in speranze irrealizzabili.. per abbracciare la vera realtà.. e Noi stesse..
Buon martedì contro ogni tipo di violenza..
Barbara

  “Un amore finito male, un matrimonio fallito, i figli che lasciano la casa.
Di solito comincia così il cammino della donna verso una reale emancipazione.
Comincia sempre con un dolore, un abbandono, una perdita. 
Comincia sempre, e procede, faticosamente.
Fino a quel momento, noi donne siamo state troppo assorbite dal compito di amare gli altri: il marito, il compagno, i figli.
E' un compito impegnativo che richide, almeno così crediamo e ci hanno insegnato, una dedizione assoluta.
Questo compito ci ha fatto dimenticare i nostri sogni più riposti, i nostri slanci, le nostre speranze di adolescenti. 
Ci siamo estraniate da noi stesse e non sappiamo più ritrovarci.
Dieci, vent'anni passano in un soffio. Ci guardiamo alle spalle solo quando un evento speciale ci scuote all'improvviso e ci coglie impreparate: uno di quegli eventi che sconvolgono la vita, come la fine di un amore o la perdita di qualcuno che amiamo.
Allora andiamo in crisi, ci lamentiamo, ci deprimiamo e consumiamo altre energie preziose nel vano tentativo di ottenere comprensione e solidarietà da parte degli altri: partner di turno, amici, figli. Sempre guidate dal bisogno di trovare conferme e consenso fuori di noi, come se da sole non fossimo in grado di riconoscere il nostro valore.
Molte donne si arrendono: preferiscono lasciarsi vincere dalla loro sofferenza, sentendosi ingiustamente vittime dell'incomprensione degli altri.
Altre si ostinano a battere e ribattere gli stessi sentieri: pensano ogni volta che sia la volta buona, che finalmente andranno incontro a un futuro smagliante. 
Al contrario, si allungherà inevitabilmente la lista delle delusioni e dei fallimenti.
BISOGNA AVER CORAGGIO DI FAR PIAZZA PULITA, ABBATTERE I PILASTRI SUI QUALI AVEVAMO EDIFICATO LE CERTEZZE DELLA NOSTRA VITA, CAMBIARE I RIFERIMENTI, TROVARE MATERIALE NUOVO PER EDIFICARE UNA CASA CHE POSSIAMO RICONOSCERE COME NOSTRA.
Solo soltanto gli anni dell'infanzia quelli in cui ci è consentito, o dovrebbe esserlo, affidarci a una figura adulta che si assuma la responsabilità della nostra vita.
Solo allora abbiamo diritto di aspettarci che qualcun altro risolva i nostri problemi, lenisca le nostre ferite e ci risollevi dalla fatica di vivere.
In seguito nulla ci verrà risparmiato e pagheremo di persona.."

"QUANDO, ARRIVA IL MOMENTO DEL RISVEGLIO, LE DONNE CHE SONO CAPACI DI RIVOLTARE LA LORO VITA COME UN GUANTO, SCOPRIRANNO RISORSE INASPETTATE E UNA DETERMINAZIONE AL CAMBIAMENTO CHE NIENTE E NESSUNO RIUSCIRA' PIU' AD ARRESTARE."

(Tratto da "Meglio sole"  di Ivana Castoldi, ed. Feltrinelli)

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