venerdì 26 dicembre 2014

Buona Nascita alla Donna Nuova che è dentro ognuna di voi..

Care Donne Nuove,

tempo di riunioni di persone importanti, di condivisione, di ricordo di una nascita speciale..
come non pensare al nostro progetto?

A Gennaio aprirà ufficialmente lo Sportello Anti-Violenza ed il Telefono per contattarci nella nostra vallata volendo dare un incoraggiamento alle donne che subiscono violenza ma che sono disorientate nel chiedere aiuto o almeno dare consapevolezza alle donne del nostre paese (e dintorni) che questo servizio è presente e attivo.
Vorrei associare la nascita di cui si parla in questi giorni alla possibilità di crescita ed evoluzione che è all'interno di ogni Donna (ed ogni Uomo), ricordando in queste poche righe il senso del nostro Spazio per le donne..

DONNA NUOVA non è il rifiuto del proprio passato;
non ha occhi che hanno bisogno di oscurarlo e non ha mente che necessita di rimuoverlo per difendersene..

DONNA NUOVA non vive più la solitudine come condanna o "la possibilità peggiore", ma ne respira uno stato di libertà interiore che si realizza quando si raggiunge la consapevolezza che c'è solo una persona sulla quale si può contare incondizionatamente, che può captare i nostri bisogni più profondi, che può realizzare le nostre aspirazione più creative:
                                                                   NOI STESSE.

DONNA NUOVA la possiamo intravedere nelle parole di Ivana Castoldi (in "Meglio sole"):


"quando l'inganno è stato svelato e le donne hanno finalmente potuto vedere l'altra faccia della medaglia e trovare la chiave d'accesso ad una dimensione nuova,
 la loro presunta debolezza nascondeva una forza insospettata e la capacità di superare paure e perdite, insidie e dolori, 
di fronte ai quali molti uomini fuggirebbero a gambe levate.."

DONNA NUOVA non nasce come inno contro gli uomini,
ma come rinforzo dell'intuito femminile che riconosce quegli uomini che non oscurano la sua genuinità, manipolandola o sfruttandola, perché in fondo la temono..
come scrive Pinkola Estès in "Donne che corrono coi lupi":

"Per amare una donna, il compagno deve amarne anche la natura non addomesticata.
Se si prende un compagno che non può o non vuole amare questo lato, sicuramente la donna sarà indebolita o lasciata vagare zoppicante e a pezzi.."


DONNA NUOVA è la donna che si risveglia dentro di noi quando impariamo ad affannarci di meno, ad essere meno ossessionate dal rientrare in certi standard prescritti dal ruolo sociale di "brava madre, brava moglie, donna attraente, forte, sicura, paziente, .."
E' la donna che abbandona la pressione dell'esterno per rientrare dentro di sé e ri-conoscersi senza necessitare a tutti i costi del giudizio altrui per sentirsi sicure e adeguate..

A voi anime coraggiose, questo Natale inteso come NASCITA della Donna che aspetta solo te per esser riscoperta e valorizzata:
ognuna di voi ha già dentro di sé tutto ciò che occorre per sentirsi completa
senza esser dipendente da un' altra persona che vi confermi;
gli altri ci completano relativamente..
ci possono aiutare a scoprire le possibilità che abbiamo per diventare da sole complete,
favorendo la nostra libertà di espressione.


Buon week end!
Barbara







giovedì 18 dicembre 2014

Quando le Paure rendono una Donna schiava del suo passato..

Nel secondo incontro di formazione delle preziose volontarie per lo Sportello anti-violenza che aprirà da fine Gennaio, assieme a Virginia abbiamo utilizzato le immagini ed il collage per associare le RISORSE che ci appartengono..
Da qui nasce l'idea di inserire anche nel blog di Donna Nuova uno SPAZIO dedicato alla potenza comunicativa delle immagini e delle parole immediate..
la Rubrica delle "Donne che leggono sono pericolose" riparte proprio da questo concetto.
Nell'ultimo articolo abbiamo parlato della PAURA di fronte al cambiamento,
al nuovo,
all'inaspettato..
ed oggi le immagini partiranno proprio da ciò..


Sostituisci la paura di ciò che non conosci
con la curiosità.
Una mente piena di paure
non ha spazio per i sogni.
Non è il futuro che ti spaventa.
E' la ripetizione del passato che ti rende ansioso.
Possano le tue scelte riflettere le tue speranze,
non le tue paure.
Ricorda che la paura non è realtà.
E' un prodotto creato dai tuoi pensieri.
Non confonderlo.
Il pericolo è reale.
Ma la paura è una scelta.


Buona conclusione della settimana Donne Nuove!
Barbara

martedì 9 dicembre 2014

In ognuna di noi c'è un'Altra Donna che non ri-conosciamo.

Ultimamente tra i libri che ho scelto di leggere c'è:
"Avrò cura di te" (di C. Gamberale e M. Gramellini).
Questo romanzo ci parla della storia di Gioconda, lasciata dal suo grande amore Leonardo, che si trova smarrita ed inquieta a vivere nella casa dei suoi nonni, morti a distanza di poco, simbolo per lei dell' "amore perfetto e duraturo per sempre".
In questo momento di perdita, la donna trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all'angelo custode (chiamato Filemone) per ringraziarlo e lei, colta dallo sconforto, inizia a scrivere proprio a questo angelo che le risponde con una promessa: 
di aver cura di lei in questo distacco che sta vivendo.
Non sono stata attratta dalla tematica religiosa dell'angelo custode ma subito, dalla lettura delle prime pagine, ne ho dato un senso diverso..
come se Filemone, il presunto angelo, non fosse altro che una parte della stessa protagonista..
la parte che si risveglia dopo un letargo di abitudini..
la parte della Consapevolezza che rinasce dentro di lei in seguito alla rottura con il marito.

Non è facile scegliere di prendere questa strada:
qui non c'è più traccia della quotidianeità rassicurante (ed illusoria)
ma si affaccia davanti a noi un punto di vista più profondo che può anche far male inizialmente..
Affacciarsi al nostro mondo interno può spaventarci proprio perché quotidianamente evitiamo una serie di emozioni insopportabili alle quali fa da capo la PAURA.
La paura ha molte sfumature, ognuna acceca gli occhi del nostro istinto creativo
che vorrebbe uscire dai fantasmi delle relazioni passate..
Passiamo la vita ad evitare di prendere determinate scelte con la paura che se lo facciamo ci accadrà immediatamente qualcosa di ingestibile..

Quanto affollano le vostre giornate queste "non scelte" dominate dalla paura?
Il timore di prendere certe decisioni per la paura di
restare sole?
Di non trovare più nessuno che vi dia quell'affetto?
Di essere considerate troppo precipitose, severe, rigide?
O al contrario di esser viste come egoiste e poco disponibili se decidete di pensare un po' più a voi stesse?
Lo psicoterapeuta Alexander Lowen ha scritto molto su tutto ciò,
dedicandovi un libro che si chiama proprio "Paura di Vivere":

"L'uomo ha paura di aprire il proprio cuore all'amore,
paura di scoprirsi o di farsi valere,
paura di essere pienamente sé stesso.
Aprendo il proprio cuore all'amore si diventa vulnerabili alle ferite;
scoprendosi, ci si espone al rifiuto;
facendosi valere, si rischia di essere distrutti.
Essere più vivi ed avere più sentimenti fa paura."

Questa ricerca della Consapevolezza interna è uno degli obiettivi del lavoro che faccio in studio, dove accompagno la persona ad esplorare le paure che assorbono le energie di tutti i giorni e che bloccano la vera ricerca del significato delle relazioni che stringiamo e del modo che abbiamo di guardare-vivere la vita.
"Avrò cura di te" è la voce interiore di ognuno di Noi quando entriamo in terapia, 
dalla prima chiamata al terapeuta.. 
è la parte che ci spinge alla curiosità del nostro agire e sentire..
che vuole andare oltre al terrore che si crea in noi davanti a ciò che è "nuovo" ed inesplorato..
è la spinta ad esplorare le parti di noi che non conosciamo ma che prima o poi irrompono nella nostra vita come fulmini a ciel sereno:
in una relazione che finisce,
in un sintomo fisico che tanto ci allarma,
in un senso di insoddisfazione che fa percepire tutto così tremendamente uguale e noioso ogni giorno..
Come afferma Lowen:
"Certamente non siamo venuti al mondo spaventati dal sentire.."
"Ogni cosa che hai sempre desiderato 
è nel lato opposto della tua paura"

Buona settimana Donne Nuove,
Barbara


martedì 2 dicembre 2014

VENDETTA... Liberazione o Trappola?

Ad esser sincere pensiamo..ma quante volte abbiamo desiderato vendicarci?
Vendicare un amore preso in giro, distrutto, annientato da bugie e silenzi?
O un rapporto che tutto d'un tratto vi ha viste in secondo piano, sbattute in un angolo con anche il divieto "di parola o replica"?
Ed ancora far vendetta su un legame che alla fine non vi ha lasciato altro che il sapore amaro in bocca?

Proprio di questo vorrei parlarvi Donne Nuove ovvero della "fase" dell'amarezza e del desiderio di farsi giustizia da sé quando subiamo un grosso torto..
Se il torto implica la rottura dei rapporti, passeremo delle fasi che coinvolgono pensieri ed emozioni diverse e molti forti..
Quando un rapporto finisce bruscamente, lasciandovi "a bocca aperta" per trovarvi di fronte ad una persona che vi sembrava molto diversa da come immaginavate, sarete costrette a DI-STACCARVI da quell'uomo, passando un periodo di "groppi alla gola" e senso di solitudine che vi farà sentire perse.
Farete fatica a realizzare il distacco così come succede nei lutti delle persone che ci lasciano.. perché anche questo è una sorta di lutto, di perdita.
Mano a mano che realizzerete la rottura della relazione sorgerà in voi l' amarezza, ovvero quel misto di rabbia e delusione che potrà dar luce al desiderio di vendicare le vostre ragioni o meglio... le vostre emozioni messe a nudo per poi esser state ferite.
Ed è qui che mi chiedo...
questo bisogno di vendetta quanto può esser liberatorio?
o è il risultato di un circolo vizioso che vi riporta sempre lì, indietro in un legame bloccato senza alcuna possibilità di evoluzione?
La vendetta è imparentata con la speranza...
speranza che l'altra persona capisca il male fatto ma non sempre ne scaturisce questo risultato.
Poco tempo fa ho letto:

"Orgoglio ferito, senso di colpa, desiderio di vendetta per ristabilire l'equilibrio violato: sono le malattie che indeboliscono l'essere umano, rendendolo suddito delle pulsioni..."
("Avrò cura di te" di C. Gamberale e M. Gramellini)

Più che malattie mi sento di chiamarle le armi che la nostra mente mette in atto per proteggere tutto ciò che è stato calpestato, non consapevole però della quota di peggioramento che ne può derivare.
Dire "mi vendico" mette spesso troppo in luce la quota liberatoria dell'azione ma non gli effetti collaterali:
con questo gesto non farete altro che ri-aggrapparvi a quella relazione, 
a quell'uomo senza far passi avanti ma tornando indietro e
ri-attraversando l'iniziale senso di smarrimento per arrivare ancora alla fase di amarezza con ancora più rabbia..

Fantasticate la vendetta, immaginatela mentalmente ma poi prendete i vostri bagagli e non fermatevi a quella stazione, che parla ancora di "quanto dolore avete incassato" e "di quanto vorreste vedere la sua faccia dopo il vostro gesto vendicativo" perché è proprio qui che ricadrete..
nel rivedere "la sua faccia" con tutti i postumi che vi aspetteranno..
"Il mio silenzio non è debolezza
ma l'inizio della mia vendetta."
Le persone fragili si vendicano.
Le persone forti dimenticano.
Le persone intelligenti ignorano.

La miglior vendetta forse è proprio ciò che avverrà DOPO quel legame che ormai si è dissolto con quell'uomo, che parla di voi Donne Nuove e della vostra crescita senza ciò che vi ha congelate in pensieri ripetitivi e speranze già infrante in partenza..
Che sia una settimana di viaggi interiori che non ripercorrono le solite strade ma che vi facciano ri-trovare i sentieri che riportano alla vostra serenità.. 
La vendetta è il TUO dopo (non il Vostro) 


Buona settimana 
Barbara